«Istituto aperto e accogliente. Servono radici solide e chiare»

Sulla relazione speculare tra identità e alterità ha posto l’accento Fabio Molinari. Per la sua valenza, oltre che didattica e culturale, anche sociologica e d’inclusione, ha raccolto dal dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust) una promozione piena “Scuola di paesaggio”, neonato progetto pilota che fa parte del più ampio “Le radici di una identità”, coordinato dalla Comunità montana di Sondrio. «Quando parliamo di identità dobbiamo pensare immediatamente a un altro concetto, che è quello di alterità. Se siamo convinti ed esperti della nostra identità, allora siamo in grado di avere rapporti positivi con gli altri – ha rimarcato mercoledì sera Molinari -. E questo ci permette di costruire proficui rapporti con tutti, perché abbiamo le nostre radici solide e chiare. Non abbiamo timori nel rapportarci con l’altro». In tal senso Molinari, complimentandosi con gli insegnanti e con il dirigente Maria Pia Mollura, ha espresso parole di apprezzamento per il comprensivo “Paesi Orobici”, in cui il progetto ha preso il via. «É stato uno dei primi istituti che ho visitato quando sono arrivato in Valtellina e quello che mi ha colpito è stata la grande capacità di accoglienza e di inclusione, che ho ritrovato in questa scuola, risultato di un lavoro tenace e forte della preside Mollura e di tutti gli insegnanti». E ha aggiunto, riferendosi al progetto: «Un’iniziativa che consente di avere luoghi sempre più aperti e accoglienti, dove i ragazzi sono contenti di entrare: progetti come questo sono meritevoli perché vanno incontro alle finalità della scuola».

Rita Pezzola

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