Poggi si stringe alla sua torre rinata

Lungo percorso. Cerimonia inaugurale ieri del restauro degli storici affreschi che danno sulla piazza del paese
Sei anni di lavori hanno restituito un vero tesoro alla comunità. Sertori: «Merito di una amministrazione vigile»

Che la torre dei da Pendolasco sia il simbolo di Poggiridenti e che rappresenti l’identità della sua gente lo si è capito ieri, dal trasporto emotivo con cui si è svolta la cerimonia di inaugurazione del restauro degli affreschi della torre e della piazza esterna a conclusione dei tre giorni della prima edizione della “Festa della torre”.
Ad aprire la parte istituzionale della manifestazione, condotta da Felice Piasini, è stato il sindaco, Giovanni Piasini, che ha ricordato le tappe del percorso partito diversi anni fa e che ha potuto contare, per l’ultimo lotto, sul contributo economico di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia e Comunità montana di Sondrio.
In tutto 185mila euro ottenuti a fondo perduto su un progetto che supera i 220mila euro, di cui buona parte derivati dal progetto Emblematico “Le radici di una identità”, coordinato per la parte scientifica da Rita Pezzola.

Così il sindaco
«Oggi trova compimento un progetto cui le amministrazioni comunali che si sono susseguite negli anni hanno posto le basi – ha detto il sindaco Piasini -. Diversi i lotti articolati in sei anni. Dapprima, con il contributo di FAI, Pro Valtellina e di privati, Mirko Kavacevic è intervenuto sui controsoffitti lignei, quindi Giorgio Baruta ha iniziato la svelatura degli affreschi del vestibolo, che sono stati quindi restaurati. Inoltre si è riqualificata la piazza con la supervisione di Danilo Baldini. Siamo arrivati, oggi, a questo risultato fortemente voluto dall’amministrazione per promuovere il senso di identità e appartenenza coinvolgendo le forze del paese, associazioni aggregative e culturali e le scuole». Dopo il saluto del vice prefetto aggiunto Bruno Togno, Marta Zecca del direttivo di “Radici” ha sintetizzato le linee guida del progetto di ricerca applicate al territorio valtellinese, grazie al quale «i Comuni si sono messi in rete per riscoprire la cultura del passato. Un progetto di tutela, valorizzazione e conoscenza dove, alle attività di recupero, si aggiunge lo studio».
Da tutti è stato sottolineato il lavoro di squadra che ha supportato il percorso. E, nel caso dell’assessore regionale Massimo Sertori (accompagnato dal consigliere Simona Pedrazzi), anche il contributo della comunità.

L’assessore regionale
«In Lombardia ci sono 1504 Comuni di cui 800 piccoli Comuni sotto i 5mila abitanti – ha affermato -. In passato si puntava a fondare i Comuni a favore di una maggiore efficienza, orientamento che ha aspetti positivi e negativi. Una progettualità come quella della torre di Poggi è stata realizzata, grazie ai finanziamenti certo, ma anche perché c’è una municipalità che tiene al proprio territorio, che con spirito di volontariato lavora e recepisce le istanze dei cittadini».
Da qui la necessità, secondo Sertori, di una politica che crei le condizioni affinché i piccoli Comuni possano lavorare in tal senso, senza essere soffocati dalla burocrazia. Infine è toccato al momento atteso: il taglio del nastro, dietro il quale il sindaco ha voluto, oltre alle autorità, tutta l’amministrazione al completo e le associazioni di Poggi, accompagnato dall’Inno d’Italia suonato dal saxofonista Davide Vinci e seguito dalla benedizione del parroco, don Umberto Lumina.

«Tuteliamo tutto il bello del territorio»
Uno scorcio mozzafiato si gode dalla piazza della torre dei da Pendolasco di Poggiridenti a detta di tutti i convenuti all’inaugurazione ieri mattina. Un punto di vista che può essere fruito passeggiando o andando in bicicletta lungo la Via dei Terrazzamenti e, in futuro, il Cammino Mariano delle Alpi.
Marco Dell’Acqua, delegato provinciale della Fondazione Cariplo e presidente di Pro Valtellina, ha esordito così: «Abbiamo sotto gli occhi di tutti quanto è stato fatto da questa amministrazione. Il progetto della torre è stato finanziato dal bando Emblematici maggiori che, a rotazione, interessa i territori di ogni provincia lombarda. Nel caso di Sondrio, il presidente della Comunità montana di Sondrio, Tiziano Maffezzini, ha avuto l’intuizione di studiare un progetto che coinvolgesse tutti i Comuni del mandamento. Così è stato fatto. L’anno prossimo si aprirà un nuovo banco per la provincia di Sondrio, dunque l’invito è a elaborare nuove proposte interessanti».
Tiziano Maffezzini, d’altro canto, ha parlato, riferendosi proprio a “Le radici di una identità”, di un progetto molto ambizioso.
«Abbiamo chiesto a tutte le amministrazioni comunali di identificare un elemento del loro territorio intorno al quale far rivivere la comunità – ha affermato il presidente -. Dobbiamo mettere in rete ciò che di bello e prestigioso c’è nel nostro territorio e lasciare un segno per le nuove generazioni».

Clara Castoldi
12 luglio 2021

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